lunedì 22 settembre 2014

Top & Flop della 3° giornata di Serie A

Il terzo turno di Serie A ci ha fornito diverse sorprese: la disfatta del Napoli ad Udine ed il pareggio casalingo strappato dal Palermo all'Inter. Invece Juventus e Roma si sono confermate le regine di questo campionato, i bianconeri hanno superato il Milan di Filippo Inzaghi, mentre i giallorossi hanno neutralizzato il Cagliari con un secco due a zero. La rubrica Top&Flop, come di consueto, vi illustrerà i migliori ed i peggiori di questa giornata del massimo campionato italiano. 


Fonte foto: https://it.eurosport.yahoo.com/



TOP

Roberto Donadoni: il Parma va sotto al Bentegodi contro il Chievo Verona, ma l'allenatore dei gialloblù non fa una grinza. Il suo Parma non si fa prendere dalla frenesia del risultato, ma bensì mantiene la propria identità di gioco e coglie la prima vittoria in campionato. Il tecnico bergamasco inserisce due uomini fondamentali nella rimonta di Verona: Massimo Coda, una rete ed un assist, e Massimo Galloppa, fautore della vittoria con le sue verticalizzazioni illuminanti. Quest'ultimo calciatore di gran classe, limitato dai continui infortuni, potrà rivelarsi fondamentale per lo scacchiere di Roberto Donadoni.

Mattia Perin: il Genoa balla forte in difesa, ma il giovane portiere si supera in una serie consistente di circostanze. I grifoni riescono a centrare la vittoria contro la Lazio sopratutto grazie al proprio estremo difensore. Il giovane portiere, aiutato anche dai legni, chiude la saracinesca e strega la propria porta. Una prestazione da otto in pagella per l'ex Pescara ed è sempre più decisivo il suo apporto alla causa del Genoa. 

Daniele Rugani: il difensore classe 1994 stupisce tutti con una prestazione eccellente. La fase difensiva è impeccabile e dimostra una personalità da veterano andando ad impostare l'azione a testa alta. Il leader difensivo dell'Empoli è lui, nonostante la giovane età. Rugani si rivela provvidenziale anche in zona goal, dopo un paio di reti fallite trova la prima marcatura in Serie A che consente all'Empoli di pareggiare un sanguinoso match contro il Cesena.

FLOP

 
Fonte foto: www.mister-x.it
Napoli
: la squadra di Benitez si sta rivelando la delusione del campionato. Le sconfitte oramai sono due su tre partite giocate. La vittoria in Europa League sembrava aver rinfrancato un ambiente, ma il progetto del tecnico spagnolo e della società sembra destinato allo sfascio. Il centrocampo accusa una certa carenza di personalità e qualità, troppi "mezzi giocatori" in mezzo al campo e pochi calciatori di carattere. La difesa è il vero punto debole di questa rosa: Raul Albiol non si è rivelato il difensore esperto come ci si aspettava, Britos è irrimediabilmente un calciatore mediocre e sopratutto disastroso nelle vesti di terzino sinistro. L'ambiente risente di un certo nervosismo e pressione. Gli asini stanno toccando il fondo.

Inter: lo svarione di Vidic condiziona il match dalle prime battute. La squadra di Mazzarri sembra aver una certa difficoltà a trovare la chiave del match quando la squadra avversaria è ben arroccata in difesa. Icardi e Osvaldo sono una coppia in fase di costruzione e poco collaudata, tanto che fanno fatica ad intendersi in queste circostanze. Hernanes nella ripresa non ha dato la svolta che ci si aspetta da un calciatore del suo livello. L'unica nota positiva è la stella Kovacic, l'Inter è in mano al trequartista croato classe 1994. 

I rigoristi del Torino: le massime punizioni assegnate ai granata sono ben due nel giro di tre partite, entrambe fallite. Questa volta è El Kaddouri a fallire dal dischetto, dopo l'errore alla prima uscita di Larrondo. Il Torino è ancora fermo a quota zero goal siglati in questa stagione con un misero punticino in classifica. La squadra risente delle partenze illustri di Cerci ed Immobile. Amauri e Quagliarella non sembrano essere sostituti all'altezza per una compagine impegnata anche sul fronte europeo. La sconfitta casalinga contro l'Hellas Verona risulta eccessiva, ma le dinamiche nel reparto avanzato devono essere immediatamente risolte. 




lunedì 15 settembre 2014

Top & Flop della 2° giornata di Serie A

Jeremy Menez esulta in seguito alla propria splendida marcatura


La rubrica Top&Flop ritorna per il 2° turno della massima serie italiana. Ecco a voi chi ha sorpreso in questa giornata e chi ha decisamente deluso per quanto riguarda la Serie A. 

TOP

- Jeremy Menez: il calciatore francese incanta l'impianto del Tardini con una prestazione a dir poco superba. Il computo totale a gara terminata sono due reti ed un assist, non male per un giocatore che è stato poco pubblicizzato a livello di campagna acquisti. Il motore della manovra di Filippo Inzaghi è proprio l'ex PSG, la sua capacità di penetrare fra le maglie della difesa avversaria e dialogare con i compagni di squadra lo annoverano come una delle possibile sorprese di questo Milan ringiovanito. La seconda rete è una dimostrazione del potenziale di Menez, di chi ha una grande coscienza dei propri mezzi e ha finalmente trovato la via per usarli al meglio. 

- Mauro Icardi: il talento dell'Inter è spesso oggetto di gossip di vario genere, ma nella giornata di ieri ha fatto parlare di sé come calciatore. Una tripletta per l'attaccante argentino contro un impalpabile Sassuolo. Sarò lui il capocannoniere di questa stagione? Il suo potenziale lo conferma, ma per arrivare a tale onorificenza bisogna lavorare sodo e con grande continuità. Mazzarri, nonostante la frattura del metacarpo, gioisce con il proprio bomber.

- Francesco Bardi: l'estremo difensore del Chievo Verona conferma le buone parole spese sul suo conto nel corso delle passata stagione. Il rigore di Higuain è stato neutralizzato alla perfezione. Bardi ha dato sicurezza all'intero reparto, dirigendo con grande maestria il reparto arretrato e effettua grandi interventi che permettono al modesto Chievo di trionfare al San Paolo. 


FLOP

- Il Sassuolo: i neroverdi non scendono in campo a San Siro e rimediano un 7-0 pesantissimo, replicando la disfatta della passata stagione. La compagine di Eusebio Di Francesco ha fallito tutto ciò che poteva fallire nel match contro l'Inter. Una vera e propria umiliazione per gli emiliani che si scontrano con una propria inesperienza nel affrontare sfide di questo calibro. Berardi completa la disfatta con una gomitata ai danni di Juan Jesus e la conseguente espulsione. La sua condotta sta limitando il suo rendimento e deve correggere al più presto il suo comportamento se non vuole ricorrere in ricorsi storici che il mondo del calcio ci ha proposto.

- Il Napoli: la sconfitta casalinga brucia e ridimensiona le aspettative per questa stagione. I giocatori non sono armonici fra di loro e la manovra è lenta. Un Napoli molto provinciale e poco europeo, considerato che Higuain è l'unico in grado di cambiare le sorti del match e tutti i palloni confluiscono a lui. Insigne rimedia un'altra prestazione opaca e deludente. Benitéz è in grande difficoltà e non è escluso che possa ricorrere a stravolgimenti tattici per dare una scossa agli azzurri.

- Mario Gomez: il panzer tedesco non trova la via della rete e comincia a diventare pesante il suo digiuno. Nel match contro il Genoa non si rende mai pericoloso e viene contenuto al meglio dalla retroguardia orchestrata dalla vecchia volpe Gasperini. Montella lo sostituisce a metà della ripresa nella delusione più totale del Franchi. La Fiorentina è in difficoltà considerato lo scarso momento di forma di Gomez e l'infortunio di Rossi. La linea verde Babacar - Bernardeschi riuscirà a sostenere il peso dell'attacco viola nonostante la scarsa esperienza nel massimo campionato italiano?

(Fonte foto:www.goal.com)


lunedì 1 settembre 2014

Top & Flop della 1° giornata di Serie A

La soddisfazione di De Guzman (fonte: www.goal.com )


Il massimo campionato italiano ha preso il via e ci sono state diverse conferme e notevoli sorprese. Vi riassumeremo la prima giornata di Serie A con la nostra speciale rubrica "Top&Flop". 

TOP:

- Juventus - Roma: le due regine della passata stagione non steccano la prima in campionato. La compagine di Allegri vince di misura al Bentegodi contro il Chievo, ma sciupa una serie incredibile di palle goal. Un'altra serie di prestazioni di questo calibro e il tecnico livornese conquisterà i cuori dei tifosi bianconeri. La Roma soffre con la Fiorentina, ma vince e convince con le reti di Nainggolan e Gervinho. Ottimo l'esordio di Manolas e discreta prestazione di Iturbe.

- Il Cesena: gli emiliani sconfiggono un quotato Parma con una pregevole prestazione casalinga. Bisoli arringa i suoi con grande pathos e Alejandro Rodriguez con una spizzata di testa regalano i 3 punti ai cavallucci marini. Una rondine non fa primavera, ma ora il Cesena è a -37 punti dalla salvezza.

- Jonathan De Guzman: il calciatore olandese entra e segna al 95' per il Napoli. Un esordio da favola per l'ex Feyenoord. Gli azzurri avevano sofferto a lungo le incursioni di Perotti e Pinilla, ma la rete del neo acquisto ordinato da Benitéz risulta decisivo nel finale di gara. "Quando il buongiorno si vede dal mattino". 

FLOP:

- La difesa della Lazio: De Vrij si lascia scappare il faraone nell'occasione del vantaggio di Honda ed è ingenuo nel toccare Menez in occasione del rigore nella ripresa. La massima punizione non era sicuramente da assegnare, ma l'olandese non è stato lucido. Cana e Radu si sono fatti infilare troppo facilmente in occasione dei contropiedi dei rossoneri. Basta è l'unico a salvarsi nella Caporetto del reparto arretrato biancoleste.

-  La scarsa inventiva dell'Inter: il pari contro un buon Torino non è da gettare alle ortiche, come si suol dire, ma la poca attitudine a costruire gioco da parte dei nerazzurri è una lacuna che va colmata immediatamente. Hernanes e Kovacic hanno stentato nell'arco della partita, solo Osvaldo ha saputo ravvivare un attacco spento e mal supportato dal centrocampo. Nella partita di Torino un altro "flop" è stato quello del direttore di gara Doveri che si inventa un rigore a favore dei granata e espelle Vidic per un presunto applauso ironico. 

- Il Palermo: si fa rimontare dalla Sampdoria, costretta per gran parte del match a giocare in dieci uomini. Negli ultimi minuti i rosanero perdono la testa e Gastaldello gli punisce, inoltre ad una manciata di secondi dallo scadere i Doria rischiano di portarsi sul 2-1. Iachini e compagnia dovranno dimenticare gli ultimi 10 minuti e ripartire dal pregevole primo tempo che hanno compiuto. 


venerdì 8 agosto 2014

Torna l'Europa che conta. Ecco le avversarie delle italiane ai preliminari


Il leitmotif dell'estate è constatare che il calcio italiano è al ribasso, in sintesi le squadre dello stivale sono tecnicamente poco qualitative e decrepite. Il discorso regge fino ad una certa soglia, per questo è necessario ripartire dalle competizioni europee per ripristinare l'antico smalto di cui le "italiane" godevano sino ad una decina di anni fa. Verso la fine di agosto Torino, Inter e Napoli saranno impegnate nei rispettivi preliminari. I granata e i nerazzurri giocheranno per un posto in Europa League, mentre i partenopei vogliono fortemente partecipare alla Champions League per sognare in grande. 

L'Hajduk Split non è un avversario irresistibile per la squadra di Ventura, ma un eventuale partenza di Cerci potrebbe complicare la faccenda. I croati sono indomabili, come testimonia la rimonta effettuata fra le mura casalinghe ai danni del Shakhter Karagandy. Sarà fondamentale non perdere la testa a Spalato e fare il proprio dovere a Torino, più facile a dirsi che a farsi, ma sono considerazioni necessarie. 

Il generale Mazzarri deve partire dall'Islanda per il principio della propria campagna di conquista. Lo Stjarnan sarà la prossima avversaria dell'Inter. Questo sorteggio fa sicuramente sorridere, perché la rosa degli islandesi vale meno di un milioni di €, in sintesi il prestito oneroso di Dodò. Lo Stjarnan però non è una squadra completamente sconosciuta, anzi è rinomata sul web per le sue bizzarre esultanze. Ad ogni modo un fallimento nel passaggio alla fase finale della competizione sarebbe una tragedia ai livelli della Medea di Euripide. 




Il compito del Napoli non è affatto semplice, l'urna di Nyon non ha sorriso agli azzurri, considerato che l'Atlethic Bilbao non è una squadra di basso rango. I baschi sono avversari ostici ed il San Mamés non sarà agevole da espugnare. Il Napoli ha le frecce nella faretra per superare il turno, ma ci sarà da sputare sangue contro gli spagnoli. L'arrivo di Fellaini serve come il pane per una mediana che scarseggia di qualità e filtro. Il belga è un giocatore di valore tecnico assoluto, al di là della pessima annata con i Red Devils. Attenzione massima e tanto cuore serviranno agli uomini di Benitéz per passare il turno. 




Questo il tabellone completo degli spareggi di Champions League: 


Percorso Campioni

Maribor (Svn)  - Celtic (Sco) 
Salisburgo (Aut) - Malmoe (Swe) 
Aalborg (Den) - Apoel (Cyp)
Steaua Bucarest (Rou) - Ludogorets (Bul) 
Slovan Bratislava (Svk) - Bate Borisov (Blr)

Percorso Piazzate

Besiktas (Tur) - Arsenal (Eng) 
Standard Liegi (Bel) - Zenit San Pietroburgo (Rus) 
Copenaghen (Den) - Bayer Leverkusen (Ger) 
Lille (Fra) - Porto (Por)
NAPOLI (ITA)  - Athletic Bilbao (Esp)

I play-off di Europa League:




Sarajevo (Bih)-Borussia Moenchengladbach (Ger) Apollon (Cyp)-Lokomotiv Mosca (Rus)
Astana (Kaz)-Villarreal (Spa)
Young Boys (Sui)-Debrecen (Ung)
Zwolle (Ola)-Sparta Praga (Cze)
Spartak Trnava (Svk)-Zurigo (Sui)
Asteras (Gre)-Maccabi Tel-Aviv (Isr)
AEL Limassol (Cyp)-Tottenham (Ing)
Dnipropetrosk (Ukr)-Hajduk Spalato (Cro) Dynamo Minsk (Blr)-CD Nacional (Por)
Qarabag (Aze)-Twente (Ola)
Petrolul (Rom)-Dinamo Zagreb (Ccr)
HJK Helsinki (Fin)-Rapid Vienna (Aut)
Trabzonspor (Tur)-Rostov (Rus)
Zimbru Chisinau (Mda)-PAOK Salonicco (Gre) Rnk Spalato (Cro)-Torino (Ita)
Omonia (Cyp)-Dynamo Mosca (Rus)
Aktobe (Kaz)-Legia Varsavia (Pol)
Lione (Fra)-Astra (Rom)
Lokeren (Bel)-Hull City (Ing)
Neftci (Aze)-Partizan Belgrado (Srb)
Ruch (Pol)-Metalist Kharkiv (Ukc)
Elfsborg (Sve)-Rio Ave (Por)
PSV Eindhoven (Ola)-Shakhtyor Karagandy (Blr) Karabukspor (Tur)-Saint Etienne (Fra)
Stjarnan (Isl)-Inter (Ita)
Panathinaikos (Gre)-Midtjylland (Dan)
Feyernoord (Ola)-Zorya (Ukr)
Grasshopper (Sui)-Club Bruge (Bel)
Real Sociedad (Spa)-Krasnodar (Rus)
Rijeka (Cro)-Sheriff Tiraspol (Mda)


(Fonte foto: sport.panorama.it)


giovedì 7 agosto 2014

Europa League: Torino 4 - 0 Brommapojkarna. Granata indomabili contro gli svedesi



TORINO: Con il  0-3 maturato fuori casa e visto il livello della squadra svedese, non si può dire che Ventura non abbia dormito a sogni tranquilli; con Cerci, ancora nelle grazie delle milanesi, nemmeno convocato, il tecnico genovese schiera il 3-5-2 di fabbrica con un centrocampo pressoché inedito: giocano infatti i neo acquisti Molinaro, Nocerino, Perez, Benassi più il confermato Darmian, in difesa il pacchetto Moretti, capitan Glik, Bovo difende la porta di Padelli, i due davanti, come nella gara di andata, sono Larrondo e Barreto.

BROMMAPOJKARNA: I ragazzi di Bromma, attualmente ultimi in classifica a 9 punti (con una sola vittoria in 17 gare), reduci da due pareggi consecutivi in campionato, arrivano a Torino con lo scopo principale di esibire i propri giovani e fare dell’esperienza internazionale (come ha dichiarato nell’intervista stampa prepartita il c.t. Stefan Billborn). Ricordiamo ai lettori che questa società ha vinto l’accesso ai preliminari di Europa League grazie al premio Fair Play dell’Allsvenskan e nonostante questo è riuscita a eliminare i finalandesi del VPS e successivamente i nordirlandesi del Crusaders. Si schierano in campo quest’oggi con un 4 - 3 - 3 che diventa un 4 - 4 - 1 - 1 in fase difensiva.

La cronaca

Primo tempo
Olimpico delle grandi occasioni per il ritorno in Europa del Torino, si contano sulla punta delle dita i seggiolini liberi tra i 20000 spettatori. L’arbitro fischia l’inizio e dopo qualche minuto di gestione della palla torinista assistiamo alla prima bella azione del match: Molinaro gestisce il possesso palla, Larrondo fa il movimento incontro poi si muove in profondità, palla a Barreto che lancia il suo compagno di reparto sulla linea del fuorigioco che da solo davanti al portiere non angola particolarmente il tiro e viene respinto ma la palla resta in aria e dentro l’area piccola Jonsson viola la sua porta colpendo goffamente con la coscia sinistra. 1 a 0 Torino! I Granata continuano a dominare il campo sfruttando nel migliore dei modi gli esterni di centrocampo che mettono sempre in difficoltà la sterile difesa svedese: spunto di Molinaro sulla sinistra che salta di netto il proprio marcatore e arriva a concludere di destro ma il portiere blocca a terra. La partita prosegue a ritmi particolarmente bassi, il Torino infatti non ha la necessità di forzarli; ci provano Nocerino con un tiro dalla distanza e Benassi con un buon inserimento. Al 37’ scambiano ancora i due davanti, Barreto allarga palla sulla corrente Darmian che lascia partire un tiro-cross, il pallone viene nuovamente deviato dallo sfortunato Jonsson che per la seconda volta beffa il suo portiere. 2 a 0 Torino! Ovazione dello stadio per il giovane nazionale. Il tempo continua fino al 46’ senza emozioni.

Secondo tempo
Il secondo tempo si apre con uno scroscio di applausi per Fabio Quagliarella che sta per entrare in campo. Subito emozioni con la discesa sulla destra di Darmian, cross rasoterra al centro per Barreto che colpisce forte ma centrale, para Blazevic. La partita continua sulla falsariga del primo tempo, Torino che attacca sfruttando le fasce e i buoni movimenti dei due attaccanti. Ventura effettua i primi due cambi inserendo Quagliarella e Martinez al posto di Larrondo e Barreto, proprio quest’ultimo con una rapida ripartenza si guadagna un fallo dal limite dell’area e sul relativo calcio di punizione Bovo colpisce il palo esterno. Al 77’ ha il via l’azione che porterà al terzo gol granata, Benassi apre sulla sinistra per Molinaro, il cui cross viene impattato da Martinez sulla traversa, sulla respinta Nocerino tenta una rovesciata che viene smorzata con la mano da Magnusson, Quagliarella continua l’azione e di tacco libera Martinez che segna in scivolata, ma l’arbitro ferma tutto e fischia il rigore; si presenta Quagliarella sotto la curva Maratona ed insacca nonostante Blazevic abbia scelto l’angolo giusto, gol al debutto per l’ex juventino. 3 a 0 Torino! Terzo cambio all’80’ per il Torino che fa uscire il proprio capitano Glik, lasciando spazio al giovane svedese Jansson. All’89’ c’è spazio anche per Martinez che timbra il cartellino ribattendo in rete di testa un ottimo cross dell’imprendibile Molinaro. 4 a 0 Torino! Questo è anche il risultato finale di questo terzo turno preliminare di Europa League, va segnalata una sproporzione esagerata tra i valori in campo delle due squadre: è impietosa la statistica che segnala 0 alla voce tiri del Brommapojkarna, sono solo 2 i tocchi con le mani del portiere Padelli.

TOP: Molinaro


FLOP: Brommapojkarna

(Fonte foto: www.toro.it )

lunedì 21 luglio 2014

Dunga-bis. Quando il troppo stroppia

 
Tutti gioiosi e festanti per il ritorno di Dunga

Carlos Dunga sarà nominato neo c.t. della "Seleção" nella giornata di domani. L'ex mediano aveva rivestito il ruolo di commissario tecnico dei verdeoro già per quattro anni fino al campionato mondiale in Sud Africa. La scelta da parte della federazione calcistica brasiliana è sicuramente singolare, perché dopo un mondiale catastrofico da parte dei sudamericani ci si aspettava un cambio di rotta deciso. La rinomina di Dunga deve sembrare una pessima barzelletta agli occhi del popolo brasiliano, poiché si ritorna su un tecnico che ha palesato limiti evidenti. Il trionfo in Confederation Cup nel 2009 ha illuso i brasiliani, infatti l'epilogo noi tutti lo conosciamo: Brasile fuori ai quarti di finale contro l'Olanda di Van Maarwijk. 


Il voler ritornare su Dunga pare una soluzione di "convenienza" e brevemente vi spiego il perché: ad ora  non ci sono tecnici sulla piazza in grado di voler e poter ricostruire una selezione disastrata, quanto promettente. I giocatori di talento e giovani ci sono, non nascondiamoci. Il peso però di reggere sul petto un' intera nazione e poi in secondo piano una nazionale spaventerebbe chiunque, tecnici stranieri nella fattispecie. Dunga è sembrato l'unico incosciente da poter accettare tale ruolo, oltre che vestire quei maglioni.

Dunga in versione "casual", nel senso che si è vestito casualmente

La seconda motivazione è piuttosto intuitiva: nelle ultime due partite il Brasile ha incassato un passivo di 10 reti subite, questo ha fatto scattare il campanello d'allarme e si è voluti ripiegare su Dunga. Perché l'ex gigliato ? Semplice, il gioco di Dunga è, per usare una definizione spicciola, "speculino". Il reparto arretrato e la tattica vengono favorite dal prossimo tecnico del Brasile rispetto al gioco fluido e "samba", ma siamo certi che sappia essere così tatticamente ineccepibile? Il dubbio che mi ricopre dopo la notizia della sua nomina mi tormenta la notte, un tecnico che è andato a perdere con una rete di Sneijder di testa un quarto di finale. Mah. La tattica e la preparazione "a tavolino" dovrebbe ridurre al minimo gli errori individuali, ma nel match contro l'Olanda oltre al sopracitato colpo di testa del trequartista olandese, ricordo un'autorete di Felipe Melo e un cartellino rosso di quest'ultimo per un fallo scriteriato su Robben. Il Brasile di Dunga nel mondiale sudafricano ha sofferto contro la modesta compagine della Corea del Sud, un 2-1 striminzito, ma che comunque non ha impedito ai brasiliani di passare il girone. 

La sintesi del mio parere su Dunga, dopo questo vomitevole minestrone di parole, è che ha strutturato una squadra che non sa difendere il vantaggio, vedi match contro l'Olanda, e non riesce a creare gioco nemmeno contro le nazionali più "disastrate". Gli uomini del 2010 erano in potenzialità più talentuosi e navigati degli uomini che nella prossima Coppa America e presumibilmente nel prossimo mondiale russo vestiranno la casacca verdeoro. Siamo sicuri che Dunga possa fare realmente qualcosa? Stiamo parlando di un c.t. che non ha dato un impronta difensiva alla propria squadra, non costruisce gioco, non è coesa ed è facilmente manipolabile sotto il profilo puramente psicologico durante il match. 

Il tempo dirà se sto delirando. Non escludo che verrò smentito. 

domenica 20 luglio 2014

La Top XI "Mondiale" secondo Underdog

La Svezia non si è qualificata al mondiale. Dannazione. 
 Il mio consueto ritardo è da condannare, ma mi premeva dare una lettura personale ai recenti mondiali brasiliani, concedendovi la mia "puerile" Top XI della coppa del mondo sudamericana. Mi preme non cadere nel banale e nel solito "minestrone pseudo giornalistico" che più volte il network ci offre. 
Top XI:

Keylor Navas - La Costa Rica esce ai quarti contro l'Olanda dopo la lotteria dei calci di rigore. Il merito è in gran parte da attribuire all'estremo difensore del Levante. Uno spot per i giovani aspiranti portieri il suo intervento contro l'Uruguay. Ogni mondiale ha la sua fiaba calcistica, durante questa edizione è stato lui a comporla.

Philip Lahm - Il pedigree parla da solo per uno dei migliori terzini di sempre. Il capitano tedesco alza la coppa del mondo come compimento di una carriera ricca di soddisfazioni. Lahm è il trionfo della programmazione tedesca. "Chi sbaglia meno, vince!" 

Ron Vlaar - Il "Signor Nessuno" Vlaar ha annullato Messi, Sanchez e Diego Costa. È il difensore con la percentuale più alta di tackle andati a segno. Il capitano dei Villans si prende una grande rivincita coronando una carriera troppo spesso limitata dagli infortuni. 

Ezequiel Garay - Da scarto del Real Madrid a pilastro della difesa argentina. Il centrale ha disputato un mondiale eccellente, impressionante la sua abilità aerea che lo annovera come uno dei migliori colpitori di testa del panorama calcistico. 

Daley Blind - È sempre vissuto con l'ombra del padre, ex capitano del grande Ajax targato Van Gaal. Nel corso di 3 anni si rivaluta come giocatore. Scalza Boilesen e diviene titolare nell'Ajax di De Boer. Trova spazio in nazionale ai danni di Willems ed acquisisce una certa dimestichezza con il pallone fra i piedi. È un regista, ma gioca da terzino sinistro. 

Hector Herrera - Classico giocatore "Box To Box" che mi scalda il cuore. Piede educato e grande carisma. Le giocate non sono mai banali e la tenuta atletica di questo giocatore è mirabile. Lo ritrovi a sventare un azione pericolosa avversaria e ripartire palla al piede verso l'area opposta. Una delle scoperte di questo mondiale. 

Javier Mascherano - Il capitano dell'Argentina. Quello vero per lo meno. Leggendario il suo salvataggio ai danni di Arjen Robben in semifinale, regge il peso del centrocampo in solitario. Aiuta il compagno di reparto Biglia e lo guida con grande sapienza. Si toglie un po' di polvere dalle spalle e si scrolla di dosso l'etichetta di giocatore finito.

James Rodríguez - La rivalutazione del trequartista in chiave contemporanea. Tecnica, estro e sacrificio. Al di là dell'esser il top scorer torneo è lui il giocatore che più ha sorpreso durante questo mondiale. Non a caso il Real Madrid ha già promesso follie per averlo.

Neymar Jr. - Si dica quel che si dica, ma Neymar è un crack a livello calcistico. Si è caricato una nazione intera sulle spalle e ha portato la selecao alla funesta semifinale contro i tedeschi. La sua colonna vertebrale si è danneggiata e la gogna mediatica ai cui è stato sottoposto Zuniga è vergognosa. Si può discutere il personaggio, ma non il calciatore. 

Arjen Robben - Alieno. Imprendibile. Capitano effettivo dell'Olanda di Van Gaal. Non mi dilungo in descrizioni che noi tutti conosciamo riguardante questo giocatore fenomenale. Una piacevole conferma, gioca un mondiale eccellente ad altissimi livelli. 

Thomas Müller - La fame di chi vuole scrivere la storia. Ricorda l'illustre collega e omonimo. Tecnicamente non è eccellente, non è velocissimo, non è infallibile sotto porta, ma ha una grande predisposizione al sacrificio. È tatticamente molto duttile e nonostante mezzi tecnici e atletici nella norma, con il cuore e la forza di volontà è uno degli artefici della coppa del mondo conquistata dai tedeschi.

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venerdì 18 aprile 2014

Il canarino giallo: Jan Jongbloed

"In partite del genere l'emozione era immensa. Ricordo che a Milano effettuai un intervento spettacolare e mentre ero proteso in tuffo ebbi la sensazione che avrei potuto fluttuare a mezz'aria in eterno se solo avessi voluto. La percezione estrema del concetto di libertà: questo è ciò che mi ha regalato il ruolo di portiere. Non esiste nulla di meglio al mondo" - Jan Jongbloed   

 Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, il 25 novembre del 1940 nasce un canarino ad Amsterdam. Il suo nome è Jan Jongbloed e scriverà la storia degli estremi difensori celebri nel mondo del pallone. Antieroe per definizione Jan Jongbloed diviene professionista fra l'ilarità generale alla veneranda età di 34 anni, quando Rinus Michels lo chiama al telefono e gli comunica che sarà il terzo portiere degli Oranje per il mondiale del '74. Jongbloed sino a prima giocava a calcio nella squadra sfigata di Amsterdam, quei scanzonati ragazzi dell'FC Amsterdam, per arrotondare lo stipendio da tabaccaio. Rimase a dir poco sorpreso della chiamata del c.t. Michels, ma non sarebbe stata la sua prima esperienza con la casacca arancione. Jongbloed entrò in un campo in una infausta uscita della nazionale Oranje contro la Danimarca nel 1962, da lì Jongbloed non avrebbe più visto il colore arancione fino ai mondiali del 74'. Dodici anni sono un enormità per il pazzo ambiente del pallone, ma il caso la fa da padrona e grazie alle intemperie di JC 14, che si imputò affinché venisse chiamato quel strano ed anziano portiere che si destreggiava alla grande con i piedi. "Mi porterò una canna da pesca per ammazzare il tempo" borbottò Jongbloed dopo la chiamata di Michels. Si scolò un paio di birre e si mise nell'ordine delle idee che giugno lo avrebbe passato inoperosamente in Germania. Il destino, la provvidenza manzoniana, o a chi volete credere sceglie Jongbloed: Piet Schrijvers e Jan Van Beveren non convincono il tecnico Michels. Il commissario tecnico desiderava un estremo difensore abile con i piedi, visto il rivoluzionario modulo degli olandesi che stupì tutti negli anni 70'. Immagino Jongbloed con un sigaro in bocca che reagisce malamente alla notizia che quei mondiali li giocherà da titolare. "La mia tabaccheria e la pesca? Non ho tempo per giocare un mondiale!". Questo lo dico io, ma mi piace pensare che quei campionati del mondo non avesse una gran voglia di giocarli, nonostante tutto. Jongbloed sfiorò la vittoria storica per gli olandesi, subì 3 reti: autogoal, penalty e la storica girata di Gerd Müller. Germania sul tetto del mondo ed olandesi con la coda fra le gambe. Nei Paesi Bassi ci si chiede ancora se quella girata fosse parabile da un portiere più reattivo, ma ormai l'arbitro ha fischiato e la Coppa del Mondo è in mano ai teutonici.

Un istante prima del 2-1 dei tedeschi

Perché ad inizio articolo l'ho denominato canarino? Semplice: la sua divisa giallo limone con il numero 8 sulle spalle (ricordo che quell'Olanda dava i numeri in ordine alfabetico e non in base al ruolo, a parte Cruijff ovviamente...). Jongbloed giocava con le ginocchiere da pallavolista e non sapeva parare. Come non sapeva parare? No, non sapeva parare, non si buttava mai o quasi, ma era abilissimo negli interventi con i piedi. Jongbloed ha inventato un'antiestetica generazione di portieri ai quali, fra i più celebri, si unirà Garella Claudio, che vincerà uno storico scudetto con l'Hellas Verona. 
"Gioco senza guanti perché con questi ho poca presa" così Jongbloed commenta il suo odio verso qualunque tipo di guanto o protezione a livello delle mani. Si narra che in un match provò ad infilarsi dei guanti di lana da donna come i suoi colleghi inglesi, ma dopo un paio di parate il pregevole guanto era ridotto in mille brandelli. 


Jongbloed e le sue proverbiali ginocchiere
Jongbloed giocherà a pallone dal 1959 sino al 1986, quando alla veneranda età di 46 anni dovrà appendere gli scarpini al chiodo per un principio di infarto accorso durante un allenamento con il G.A. Eagles. Si leverà una miriade di soddisfazioni con le aquile di Denventer, dimostrando di non essere un fenomeno da circo, ma bensì un atleta un po' stagionato. Sì, atleta... Diciamo che Jongbloed non si faceva mancare mai una birra dopo l'allenamento. Nella coppa Uefa del 75' si levò la soddisfazione di battere l'Inter di Boninsegna a San Siro per 2-1 e successivamente il Fortuna Dusserdolf, grazie anche ai suoi grandi interventi. Jongbloed collezionerà 707 presenze con squadre di club e 24 presenze con la nazionale Oranje, risultando il portiere olandese meno battuto nelle Coppe del Mondo. Jongbloed però dovrà subire dispiaceri ben maggiori, quali perdere un'altra finale nel 78' contro l'Argentina in un ambiente a dir poco ostile, ma sopratutto perdere un figlio in circostanze tragiche. Il ragazzo è stato colto da un fulmine durante una partita di calcio all'età di 21 anni. Jongbloed cambierà una dozzina di lavori dopo il suo ritiro, attualmente collabora part-time per il Vitesse come scout. 


Arie Haan, Jan Jongbloed e Johan Cruijff

Jongbloed rappresenta una generazione di antieroi, sgraziato nei movimenti, dal futuro mediocre, si è proiettato in una dimensione totalmente differente. Dalla sua tabaccheria di Amsterdam, dagli allenamenti dopo il lavoro e le birre al pub con i compagni di squadra, ad una doppia finale mondiale. Jongbloed estremo difensore di una delle squadre più forti che il mondo del calcio abbia mai visto giocare, ingranaggio scatenato ed imprevedibile in un sistema estremamente collaudato. Follia e fortuna che solcano la storia di questo fantastico sport.

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Grazie ad Alec Cordolcini da qui traggo spesso spunto per le mie storie. Ti dedico questo pezzo.